Portopalo è una città di frontiera sulla punta estrema della Sicilia, un piccolo paese che vive quotidianamente la realtà degli sbarchi e il problema dell’accoglienza, in cui una piccola comunità di pescatori e di contadini è costretta a misurarsi con una legislazione ambigua, a fare i conti con norme restrittive che non fanno parte del codice tradizionale delle genti di mare. Portopalo è lo scenario su cui le parole antiche di Eschilo e i racconti dei migranti del nostro tempo acquistano una nuova vitalità. Nella costruzione del testo del racconto teatrale è stata coinvolta direttamente la comunità di Portopalo, in prima linea sul fronte dell’accoglienza a chi arriva privo di tutto a chiedere aiuto e asilo – dai lontani episodi di accoglienza. ospitale e generosa, dei primi stranieri negli anni ’80, alla tragica esperienza del naufragio del Natale 1996, costato la vita a 386 migranti, fino al problema urgente di far fronte a un’emergenza quotidiana, umanamente e socialmente pressante. Il testo del racconto teatrale è costruito intessendo l filo principale della trama di Supplici con altri frammenti di tragedie eschilee e con racconti tratti dalle testimonianze dei migranti: in evidenza come il tema dell’immigrazione e dell’accoglienza implichi una riflessione sulle basi stesse della nostra convivenza civile.