Gianlorenzo Chiaraluce è attualmente dottorando in Storia dell’Arte presso l’Università di Roma La Sapienza. Nel corso degli anni ha inoltre collaborato con diverse istituzioni pubbliche e private (Museo MACRO, Fondazione Baruchello, Monitor Gallery, Galleria Erica Ravenna). Tra i suoi interessi di ricerca: la storia dell’arte dal secondo dopoguerra a oggi; i legami artistici tra Italia e Stati Uniti d’America; l’arte contemporanea e il rapporto con gli animal studies. Rispetto quest’ultima tematica ha al suo attivo diversi convegni e pubblicazioni in Italia e all’estero, fra cui: L’Europa attraverso gli “occhi del Coyote”: un’analisi dell’opera di Jimmie Durham, in “Novecento Transnazionale, vol. 6, 2022, pp. 89 – 106 e Pastore di greggi d'insetti: Gianfranco Baruchello e l’allevamento di anobidi, in “Elephant & Castle”, n. 27, 2022, pp. 80 – 102. Riguardo i rapporti transatlantici tra Italia e U.S.A., ha recentemente pubblicato: Eugenio Battisti e gli Stati Uniti d’America: uno storico dell’arte transnazionale, in M. Averna, G. Postiglione, R. Rizzi (a cura di), The Italian Presence in Post-war America, 1949-1972: Architecture, Design, Fashion, Mimesis, Milano 2023, pp. 212 – 223.
Nell’ambito di questa ricerca, Gianlorenzo Chiaraluce si propone di affrontare la questione di “sguardo straniero” in senso inter-specista. Nella storia dell’arte contemporanea, l’animale è stato infatti di frequente preso in causa in quanto termine di confronto atto a ripensare il rapporto con l’alterità, generando di frequente riflessioni che ricadono sulle determinazioni dell’identità nazionale di un popolo o la critica verso le sue specificità. All’interno della cornice del postumano, la messa in discussione dell’antropocentrismo ha infatti indotto un ripensamento di canoni e strategie narrative, che complicano la nozione di ciò che è ritenuto culturalmente altro e ampliano le problematiche della ridefinizione soggettiva.